giovedì 31 gennaio 2013

Sette menzogne sul "10 marzo"


Zhang Jianfeng – China Tibet Online


Sette menzogne sulle principali dichiarazioni del Dalai Lama sul "10 marzo"
Ogni 10 marzo, il 14esimo Dalai Lama evoca la sua forza ed apre la sua bocca per ripetere quello che sostiene da decadi. Anche se si scervella ogni anno, non c'è niente di nuovo nei suoi discorsi. Ci sono anzi molte contraddizioni. China Tibet Online farà un inventario delle sue dichiarazioni e condividerà alcuni punti dubbiosi.Menzogna numero uno 1: "Costruire una nuova nazione tibetana" e "Non sto cercando l'indipendenza"

10 Marzo 1961: "Il popolo tibetano ha riaffermato la sua indipendenza... Mi appello ai promotori e all'assemblea per ottenere dai cinesi di terminare la loro aggressione e aiutarci a ripristinare l'indipendenza del Tibet".

10 Marzo 1963:"Perciò faccio appello al completo ritiro dei cinesi dal Tibet".

10 Marzo 1971:"Dico in confidenza che verrà un tempo in cui il mio popolo spezzerà il giogo dell'oppressione comunista cinese e si rialzerà per costruire una nuova nazione tibetana".

10 Marzo 1994: "Ognuno di noi deve stare in allerta e rinnovare il nostro impegno alla giusta causa del nostro paese".

10 Marzo 1998: "Con riguardo alla soluzione reciprocamente accettabile alla questione del Tibet, la mia posizione è lineare. Non sto cercando l'indipendenza".

10 Marzo 2003: "Fin dall'inizio degli anni settanta in consultazione con le autorità tibetane ho preso la decisione di cercare una soluzione ai problemi tibetani attraverso il Middle Way Approach".

10 Marzo 2005: "Voglio ancora una volta rassicurare le autorità cinesi che finchè sarò responsabile delle relazioni del Tibet, rimarremo completamente legati al Middle Way Approach e di non cercare l'indipendenza per il Tibet".

10 Marzo 2006: "Essendo questo il caso, ho dichiarato molte volte che non sto cercando la separazione del Tibet dalla Cina, ma quello che sto chiedendo è il suo futuro nel quadro della Costituzione Cinese".

10 Marzo 2009: "L'insistenza cinese, secondo cui dovremmo accettare il Tibet come parte della Cina fin dai tempi antichi, non solo è imprecisa ma anche irragionevole".

L'argomento è il profitto del quattordicesimo Dalai Lama. Peccato che abbia fatto affermazioni contraddittorie. Quando la situazione era a suo vantaggio, ha chiesto "l'indipendenza"; quando era a suo discapito, l'ha negata. Chi può credere alle sue dichiarazioni?

Menzogna numero 2: Il Tibet era una "nazione indipendente"?

10 Marzo 1964: "Prima dell'invasione dei cinesi, i tibetani sono rimasti liberi e indipendenti per decenni".

10 Marzo 1968: "I bambini tibetani, per cui guardo alla futura fondazione di un Tibet libero e indipendente... Molti paesi hanno supportato la nostra causa alle Nazioni Unite e hanno condannato l'aggressione cinese in Tibet".

10 Marzo 1969: "Sullo stato dell'indipendenza del Tibet e la violazione armata della sovranità da parte dei comunisti cinesi".

10 Marzo 1984: "Il Tibet era un paese indipendente con una storia documentata da più di mille anni".

10 Marzo 1981: "(Il Tibet) era una nazione dalla cultura ricca e con una storia di più di duemila anni".

Il termine "indipendenza" torna di routine nei discorsi annuali sul "10 Marzo" del Dalai Lama. Adatta se stesso al cambiamento di circostanze senza riguardo di alcun principio. Pertanto non è necessario discutere l'inganno che ha messo in atto la prima volta.

Menzogna numero 3: Pace e violenza, i due volti del Dalai Lama

10 Marzo 1963: "L'unica soluzione del problema del Tibet è l'insediamento pacifico coerente con le libertà e i diritti fondamentali dei tibetani".

10 Marzo 1964: "Ma le barbare atrocità, compreso l'intento di sterminare la razza e le credenze religiose dei tibetani, perseverano ancora e la lotta della gente continua".

10 Marzo 1968: "Per quei fortunati che sono riusciti a scappare dai comunisti cinese rimane di assumere il nobile compito per cui molti nostri compatrioti hanno dato la loro vita in questo giorno memorabile".

10 Marzo 1969: "Un numero sempre presente di giovani educati e indottrinati in Cina denunciano pubblicamente la presenza stessa di governanti stranieri e partecipano ad atti di sabotaggio e altre attività anti-cinesi".

10 Marzo 1970: "Soltanto nel 1969, abbiamo appreso di agguati, di raid fatti dai tibetani alle basi militari cinesi e ai depositi di munizioni nelle aree di Chamdo, Poh, Lhoka, Tolung, Nyemo e Shang. Ci sono anche stati casi in cui molti ufficiali cinesi sono stati uccisi o presi prigionieri dai tibetani durante incontri tenuti dai cinesi".

10 Marzo 1971: "Mille rivolte possono iniziare e mille volte i cinesi possono schiacciarle, ma non potranno mai distruggere lo spirito di libertà che risiede in ognuno di noi".

10 Marzo 1976: "Con un coraggio che non conosce frontiere o sconfitte e il sacrificio dello stesso soffio vitale, il nostro popolo sta continuando a creare una situazione di tensioni e crisi disperate per i cinesi".

10 Marzo 1981: "Quello che è più importante è che in futuro ci sia una vera pace e felicità attraverso lo sviluppo di un'amichevole e una significativa relazione tra Cina e Tibet".

10 Marzo 1985: "Adesso, sento come cosa più importante per noi di tenerci in stretto contatto per esprimere francamente i nostri punti di vista e fare sforzi sinceri per capirci l'un l'altro".

10 Marzo 1989: "Sono profondamente addolarato di apprendere che ci sono stati ulteriori spargimenti di sangue a Lhasa pochi giorni dopo aver fatto questa dichiarazione. La nostra è una lotta non violenta e deve rimanere così".

10 Marzo 1990: "Per portare una pacifica e ragionevole soluzione alla causa del Tibet, ho proposto I cinque punti di pace e la proposta di Strasburgo".

10 Marzo 1998: "Mentre capisco la loro situazione difficile, io desidero fermamente ribadire ancora una volta l'importanza di rispettare la rotta non violenta della nostra lotta per la libertà. Il sentiero della non violenza deve rimanere una questione di principio nella nostra lunga e difficile ricerca della libertà".

10 Marzo 2004: "Così nel 1954, così oggi, sono determinato a non lasciare nulla di intentato nela ricerca di una benevola soluzione reciproca che risolva le preoccupazioni cinesi e che dia al popolo tibetano una vita di libertà, pace e dignità".

10 Marzo 2009: "Comunque, il fatto che fossero guidati da una ferma convinzione di servire la causa del Tibet che continua di generazione in generazione è veramente un motivo di orgoglio".

Come la politica imperialista del "bastone e della carota", per decenni, il Dalai Lama è stato la bandiera della violenza e della pace. Sfortunatamente per lui, le recite sono sempre più prive di idee; col passare del tempo la gente comune ha cominciato a stancarsi dei suoi inganni.

Menzogna numero 4: Il cosidetto "Problema del Tibet" sollevato dal Dalai Lama

10 Marzo 1985: "La questione tibetana è complicata e affonda profondamente le sue radici nella storia. Per questo, non ci possono essere soluzioni semplici o immediate ai nostri problemi. Nonostante tutti, fattori come la verità e la determinazione umana sono importanti".

10 Marzo 1993: "Il popolo tibetano continua a resistere alla soggiogazione e alla colonizzazione con coraggio e determinazione.. Chiedo a ogni tibetano di rinnovare la nostra dedizione fino a che non ci siano ridati i nostri diritti e la libertà. Queste sono indicazioni chiare che dimostrano il problema del Tibet è passato dai margini politici ad avere una maggiore attenzione a livello internazionale".

10 Marzo 1998: "Oltretutto, la crescente empatia, il supporto e la solidarietà... per il mio Middle Way Approach sono di particolare ispirazione e una fonte di grande incoraggiamento per noi tibetani".

10 Marzo 1999: "La causa radicale del problema tibetano non è differenza ideologica, il sistema sociale o le questioni risultanti dallo scontro tra tradizione e modernità. Non è soltanto una questione di violazione di diritti umani. La radice del problema tibetano giace nella lunga, separata storia del Tibet, nella sua antica, distinta cultura e nella sua unica identità".

Nelle dichiarazioni del Dalai Lama, il cosidetto "Problema del Tibet" è flessibile e intercambiabile a seconda della situazione, ma le sue intenzioni sono così ovvie che nessuno sarà ingannato.

Menzogna numero 5: L'intervento occidentale e l'apprezzamento del Dalai Lama

10 Marzo 1966: "A nome di chi ha dato la sua vita per la libertà, a nome di quelli che continuano eroicamente a resistere ai cinesi in Tibet e anome di chi è in esilio voglio ringraziare i governi di El Salvador, Irlanda, Malesia, Malta, Nicaragua, Filippine e Thailandia per aver appoggiato la risoluzione che chiede l'immediata cessazione dell'oppressione e il ripristino delle libertà fondamentali in Tibet all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Voglio anche ringraziare i governi che hanno appoggiato la risoluzione".

10 Marzo 1970: "Voglio anche ringraziare tutte quelle nazioni che hanno avuto cura di dare un fermo e forte supporto nella causa dell'indipendenza del Tibet".

10 Marzo 1971: "In conclusione, prendo questa opportunità per ringraziare ancora tutte le nazioni e gli individui che stanno continuando a darci supporto morale e materiale nell'ora del bisogno".

10 Marzo 1979: "Ma i cinesi hanno dichiarato che fu fomentata e condotta da oppositori esterni quali la tigre di carta imperialista americana, gli espansionisti indiani e alcuni dei nemici interni reazionari".

10 Marzo 1985: "Nel nostro solo caso solo questo è evidente dagli interessi, simpatia e assistenza che abbiamo ricevuto dal governo e dal popolo dell'India, da varie organizzazioni internazionali di volontariato, gruppi religiosi e un ampio numero di individui. Voglio, pertanto, prendere l'opportunità di esprimere ancora una volta la nostra profonda ammirazione e dire che il loro aiuto e la loro gentilezza saranno sempre ricordati con gratitudine".

10 Marzo 2004: "Voglio prendere l'occasione di esprimere la mia ammirazione e gratitudine per il consistente supporto che abbiamo ricevuto nel mondo".

10 Marzo 2008: "Voglio prendere l'occasione per ringraziare il governo, il popolo dell'India, in particolare per il loro continuo e impareggiabile supporto ai rifugiati tibetani e alla causa del Tibet, così come esprimo la mia gratitudine a tutti quei governi e persone per la continua attenzione alla causa tibetana. Con le mie preghiere per il benessere di tutti gli esseri senzienti".

10 Marzo 2009: "Voglio prendere l'occasione di esprimere la mia sincera gratitudine ai leader, al popolo dell'India, come a quelli dei suoi stati centrali, che, a sprezzo dei problemi e degli ostacoli a cui si trovano davanti, hanno dato un inestimabile aiuto e assistenza per oltre 50 anni ai tibetani in esilio. La loro gentilezza e generosità è immisurabile".

Uno dei temi permanenti dei discorsi annuali del Dalai Lama è appellarsi al supporto internazionale e fare del "Problema del Tibet" una questione internazionale. Le sue vere e orribili intenzioni sono chiaramente evidenti.

Menzogna numero 6: Rappresentazione della "ribellione del 10 Marzo"

10 Marzo 1963: "... in questa giornata memorabile per evidenziare la spontanea ribellione del pacifico e devoto popolo del Tibet contro gli spietati e insensati conquistatori".

10 Marzo 1965: "Ancora una volta, ricordiamo solennemente il giorno in cui il disarmato e innocente popolo tibetano si rivoltò spontaneamente contro i conquistatori cinesi".

10 Marzo 1970: "fu in quel giorno in cui il popolo coraggioso del Tibet si rivoltò... chiedendo il ripristino dell'indipendenza del Tibet".

10 Marzo 1976: "Sono passati settanta anni da quando i tibetani iniziarono la loro giusta lotta per il loro innato diritto di indipendenza nazionale del Tibet".

10 Marzo 1985: "Il 10 marzo quest'anno segna il 26esimo anniversario della nostra rivolta nazionale".

10 Marzo 1993: "Oggi commemoriamo il 34esimo anniversario della rivolta nazionale dei tibetani del 1959".

10 Marzo 1996: "Commemoriamo oggi il trentasettesimo anniversario della rivolta del popolo tibetano".

10 Marzo 2000: "....il giorno del 41esimo anniversario della rivolta nazionale del Tibet del 1959".

10 Marzo 2003: "...nell'occasione del 44esimo anniversario della rivolta del popolo tibetano del 1959".

10 Marzo 2005: "In occasione del 46esimo anniversario della rivolta del popolo tibetano..."

10 Marzo 2011: "Oggi ricorre il 51esimo anniversario della pacifica rivolta del popolo tibetano nel 1959 contro l'oppressione della Cina Comunista, così come il terzo anniversario della pacifica protesta scoppiata in Tibet nel marzo del 2008".

Ogni anno, il Dalai Lama ricorda in modo diverso la rivolta armata del 1959. Comunque non ha mai smesso di utilizzare i termini "ribellione per l'indipendenza", "resistenza contro gli invasori" e "rivolta". Questo dimostra la sua bigotteria nel combattere contro il nuovo Tibet e i milioni di schiavi che sono stati emancipati.

Menzogna numero 7: La parola "storia" è stata usata 95 volte nei discorsi del Dalai Lama, ma che storia ha in mente?

10 Marzo 1973: "Cercando in ogni periodo della storia tibetana, sappiamo che il Tibet è esistito come nazione indipendente".

10 Marzo 1984: "Il Tibet era un paese indipendente con una storia documentata da più di mille anni".

10 Marzo 1995: "La vera natura delle storiche relazioni tra Tibet e Cina è il miglior lascito che gli storici tibetani e cinesi possono studiare oggettivamente".

Sebbene la parola "storia" sia usata dal Dalai Lama a discrezione della sua volontà, non può essere cambiata in modo casuale.
In conclusione, ci sono molte differenze e cambiamenti nei discorsi del "10 Marzo" del Dalai Lama ogni anno, ma l'intenzione di portare avanti "l'indipendenza del Tibet" e di dividere il Tibet dalla Cina non è mai cambiata.
 
Traduzione dall'inglese a cura di Andrea Parti

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