lunedì 13 maggio 2013

Servitù della gleba: il vecchio Tibet non era affatto lo Shangri-la


Servitù della gleba: il vecchio Tibet non era affatto lo Shangri-la2 aprile 2013, Luly Li (news.qq.com)http://eng.tibet.cn/2010ls/xw/201304/t20130402_1874765.html

Nel vecchio Tibet sotto la schiavitù feudale, i servi si salutavano l'un l'altro chiedendosi "chi è il tuo padrone?"
Qualunque sia reale essenza della servitù della gleba, non è assolutamente "un sistema nobile e altruista basato sul buddismo" come il Dalai Lama la definisce.

Un'ex schiava: il giovane signore mi ha cavalcato come un cavallo
Yungdrung, un'attrice del Centro Ricreativo per Anziani del comitato di quartiere GojeThang, fu una serva della gleba in un maniero della contea di Lhatse. Parlando della miserabile vita di quel tempo disse con rabbia:"una volta ammassato il bestiame, dovevo portare il mio signore in giro, venendo trattata come un cavallo".

I proprietari di schiavi: condurre una vita sontuosa in tenute spettacolari
Nel vecchio Tibet, i proprietari di schiavi erano principalmente composti da autorità locali, aristocratici, monaci di alto rango; erano meno del 5% della popolazione tibetana ma possedevano tutti i terreni agricoli, pascoli, foreste, montagne, fiumi e la maggior parte del bestiame.

Si dice che il Dalai Lama non fosse soltanto un leader religioso ma anche il più grande proprietario terriero prima del 1959. La sua famiglia possedeva, 27 tenute, 30 pascoli e più di 6000 servi. In aggiunta, i tre più grandi monasteri di Lhasa occupavano 321 maneggi, la terra per un totale di 147000
 Zangke (un tipo di moneta tibetana), 26 pascoli e 40000 schiavi.


L'origine e lo sviluppo della servitù feudaleDopo il collasso della dinastia Yarlung (un regime politico stabilito dai vecchi tibetani dal settimo al nono secolo dopo cristo), le forze aristocratiche e i monaci di alto rango presero impeto giorno dopo giorno. Considerati come la classe dominante, hanno goduto di alte priorità in vari aspetti: dalla politica, all'economia, alla cultura.

Con l'espansione sociale della religione, alcuni monaci si insinuarono nelle classi superiori e si allinearono ai signori locali, formando un nuovo strato sociale emergente, una dittatura composta da monaci e aristocratici.

Dinastia Yuan: la servitù della gleba teocratica entra formalmente in Tibet
Dopo che la dinastia Yuan unì l'intera nazione a metà del tredicesimo secolo, con il potere detenuto in gran parte dal clan di Sakya, il Tibet terminò la transizione da schiavitù a feudalesimo, rafforzando l'attaccamento personale dei servi della gleba ai propri padroni. Allo stesso tempo, la struttura frammentata del Tibet terminò con la creazione della società di servitù feudale sotto il diretto governo della dinastia Yuan.

La maggior parte della terra e della popolazione del vecchio Tibet fu messa in regime di feudalesimo. Secondo le statistiche ufficiali, i manieri dei tre signori feudali (governanti locali, aristocratici e monasteri) possedevano il 62% della terra, i monaci detenevano il 37%, gli aristocratici il 25%.

Il governo sotto la servitù della gleba
La servitù della gleba indebolì la necessità di un governo complicato e alleviò gli oneri del Gaxag, che doveva trovare i soldi per gli stipendi dei funzionari e sbarcare i lunario per gli enormi monasteri.

Pertanto, il Gaxag era al pieno della prosperità tra il 1913 e il 1951. Solo quattrocento o cinquecento monaci e funzionari nobili governavano con la massima autorità un milione di persone e un territorio grande come l'Europa Occidentale.

Come non si può negare che l'Europa oggi possa tornare all'oscuro medioevo e che l'America stessa non possa tornare a prima della Guerra Civile; allo stesso modo, il Tibet oggi non può retrocedere al vecchio sistema sociale teocratico basato sulla servitù della gleba.

La verità storica ci dimostra esplicitamente che il vecchio Tibet sotto la servitù della gleba non era assolutamente lo Shangri-la.

Traduzione dall'inglese di Andrea Parti

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